5 Ville Venete da visitare assolutamente

Quando si parla di ville venete non ci si rende conto di quante ce ne siano effettivamente sul territorio. I numeri parlano chiaro: 4238 edifici tra Veneto e Friuli Venezia Giulia.

Non tutte visitabili, alcune cadute in rovina, altre sono dei castelli. E solo una minima parte è visitabile.

Le ville venete sono un patrimonio unico nel suo genere, dove architettura, arte e paesaggio si mescolano per creare dei piccoli mondi fantastici.

Non a caso, diverse ville venete sono state inserite nel patrimonio UNESCO.

Nella maggior parte dei casi, l’acqua è l’elemento principale: bisognava sfruttare fonti o corsi d’acqua per usi domestici e agricoli.

Un percorso da seguire è infatti quello della Riviera del Brenta, utilizzata come importante via di comunicazione e dove sono sorte una buona parte delle abitazioni private.

Ti porto con me per visitare 5 ville venete: cinque consigli dai quali partire per scoprire questo bellissimo scrigno d’arte.

Ville Venete: pillole di storia

La Repubblica di Venezia è conosciuta soprattutto per essere stata un’importante repubblica marinara che ha dominato il mare Adriatico per diverso tempo.

C’è stato, però, un momento in cui la Serenissima ha iniziato la sua espansione anche sulla terraferma, arrivando fino a Bergamo e Crema.

Un periodo in cui nuove scoperte geografiche si sono mescolate con cambiamento della politica internazionale e Venezia si è trovata in un nuovo contesto sociopolitico.

Ed è così che inizia ad affermarsi la villa veneta: un punto fermo della nobiltà veneziana che prende piede nella terraferma.

Le ville venete sono degli importanti centri diffusi sul territorio di sviluppo economico agricolo, artigiano, culturale e civile. I protagonisti sono la nobiltà e le ricche famiglie venete che si sono alternate nel corso dei secoli.

Le nuove edificazioni assolvono principalmente a due funzioni:

  1. Una fonte di rendita agricola: la villa è la casa dominicale al centro dell’azienda agricola dove il padrone controlla la situazione;
  2. Un rifugio da una vita urbana piuttosto frenetica, un luogo di otium platonico e vita salutare.

Le prime ville nascono nel Quattrocento e derivano dalla tipica casa veneziana per poi evolversi nel corso dei secoli. Con l’architetto Andrea Palladio nascono le ville-tempo, poi ville-palazzo.

Nel Sei-Settecento la villa veneta consolida le architetture precedenti, dando però una maggiore importanza al salone centrale. Nell’ultima fase si parla di villa monumentale, arrivando poi al palladianesimo del neoclassicismo.

1. Villa Foscari, detta La Malcontenta

Ville Venete

Villa Foscari è stata una delle ultime ville venete costruite. La villa è conosciuta anche come “la Malcontenta”: si dice che al suo interno sia stata relegata una Foscari a causa della sua vita piuttosto allegra e movimentata. Un modo per punirla del suo comportamento poco consono ad una nobildonna.

Siamo sulle rive del fiume Brenta e a pochi chilometri da Venezia: probabilmente è stata progettata più per essere un luogo di riposo da parte dei proprietari, anziché come tenuta agricola.

Un’altra particolarità di Villa Foscari sta nel fatto che è l’unica villa palladiana costruita sul naviglio del Brenta.

La costruzione risale alla metà del Cinquecento per volere di Nicolò e Alvise Foscari e affrescata dall’artista Battista Franco.

Ci sono due facciate: l’entrata che dà sul Brenta è caratterizzata da due scalinate laterali. La seconda invece dà sul grande giardino.

Durante il Seicento, alla struttura centrale vengono aggiunti altri edifici, creando una piazza e un porticato.

Purtroppo nell’Ottocento e durante la Prima Guerra Mondiale, Villa Foscari è stata usata come caserma militare e ospedale: gli spazzi sono stati riadattati a questi nuovi utilizzi, abbattendo ciò che non serviva.

Villa Foscari è tutt’ora abitata dai discendenti dell’antica famiglia Foscari, vengono organizzati diversi eventi (soprattutto in estate) e non è mai stato installato un sistema elettrico: viva l’illuminazione con le candele!

Dal 1997 è inserita nel patrimonio UNESCO.

2. Villa Almerico, Capra, Valmarana detta La Rotonda

Si dice che La Rotonda sia una delle ville più belle e famose tra le ville venete ed è inserita fra le architetture del Palladio dichiarate patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1994.

Sia l’architetto Andrea Palladio che il committente Paolo Almerico muoiono prima di vederla finita.

I proprietari successivi sono i Capra e i Valmarana; mentre l’architetto che prende in mano i lavori è Vicenzo Scamozzi.

Proprio per la sua storia movimentata, il risultato è una villa fuori da classici canoni delle ville venete. Un esempio? La cupola nella parte centrale dell’edificio.

Villa Capra è stata costruita in una posizione strategica: è collocata in cima ad una collina rialzata e staccato dai colli Berici ed elevato di circa venti metri sul sottostante Bacchiglione.

La sua posizione permette di raggiungere il santuario della Madonna di Monte Berico, di essere in poco tempo a Vicenza e controllare i Monti Berici a sud.

«Vi sono state fatte le loggie e in tutte quattro le faccie: sotto il piano delle quali, e della Sala sono le stanze per la comodità, et uso della famiglia. La Sala è nel mezo, et è ritonda, e piglia il lume sopra. I camerini sono amezati. Sopra le stanze grandi, le quali hanno i volti alti secondo il primo modo, intorno la sala vi è un luogo da passeggiare di larghezza di quindici piedi e mezo». Ecco come la descrive lo stesso Palladio, I Quattro Libri dell’Architettura.

3. Villa Valmarana detta Ai Nani

Villa Ai Nani

Villa Valmarana e conosciuta meglio come Villa ai Nani, è stata edificata ai piedi del Monte Berico alle porte di Vicenza.

L’insieme è formato dal corpo principale della villa, la foresteria e tantissimo verde intorno.

Ancora oggi è abitata dai discendenti dell’antica famiglia vicentina Valmarana e l’aspetto attuale lo si deve a Giustino Valmarana.

Giustino l’ha acquistata nel 1720 grazie all’architetto Francesco Muttoni trasforma la casa colonica con terrazze, statue, una torretta e affrescata dai Tiepolo (padre e figlio).

I due artisti, per la prima volta separano i loro lavori: nei lavori precedenti hanno sempre lavorato agli stessi affreschi, rendendo difficile capire chi faceva cosa.

In Villa Valmarana, Tiepolo padre ha affrescato il corpo principale della villa con le storie dell’Iliade, l’Eneide, l’Orlando Furioso e la Gerusalemme.

Tiepolo figlio si è occupato della foresteria con affreschi di vita più o meno reale e una sala in perfetto stile neogotico.

Perché Villa Valmarana è detta anche “ai Nani”? Nel giardino troverai delle statuette con la forma dei nani di Biancaneve.

Dietro a queste piccole statue ci sono diverse leggende. Quella più ricorrente è legata alla contessina Layla: lascio a te andare a scoprire cosa è successo!

4. Villa Pisani

Villa Pisani si trova a Stra, alle porte di Padova e probabilmente è una delle più belle ville venete grazie allo sfarzo delle stanze e dell’ampio giardino.

114 stanze e 14 ettari di parco mette in mostra la ricchezza di una delle famiglie più ricche della Serenissima: i Pisani, un’importante dinastia di banchieri.

Siamo nel 1719 circa quando Alvise e Almorò Pisani contattano l’architetto padovano Girolamo Frigimelica Roberti con l’intento di ristrutturare il loro palazzo a Venezia e per creare una nuova villa a Stra.

Purtroppo, l’architetto muore nel 1732 dopo aver completato il palazzo veneziano e prima di creare la villa a Stra: viene sostituito da Francesco Maria Preti che crea ben due progetti.

Villa Pisani viene edificata in tempi record e terminata nel 1735, lo stesso anno in cui Alvise viene eletto Doge. Le decorazioni sono ad opera dei Tiepolo, padre e figlio e datati tra il 1761 e il 1762.

La sventura di questa villa è che i proprietari non hanno potuto godersela molto. Alvise Pisano è morto mentre si recava nella villa stessa e riportato subito in laguna.

Alla fine del Settecento cade la Repubblica di Venezia così come i Pisani e il costo del mantenimento della villa diventa troppo oneroso.

L’Ottocento dà dei nuovi padroni: il viceré d’Italia Eugenio di Beaharnais, la famiglia degli Asburgo come l’arciduca Ranieri, Ferdinando I, Massimiliano e Carlotta. Poi è la volta dei Savoia che la portano in rovina, portandola alla decadenza.

Una data da ricordare è il 14 giugno 1934 quando Hitler incontra Mussolini proprio all’interno di villa Pisani.

Un giorno storico perché è il primo incontro da i due dittatori e di Hitler che s’innamora dell’arte (italiana) e inizia il suo furto autorizzato delle opere italiane.

Lo stesso D’Annunzio ne Il Fuoco racconta lo splendore di una delle più magnifiche ville venete.

Oggi non ne rimane che un lontano ricordo.

5. Villa Barbaro

Villa Barbaro è patrimonio UNESCO ed il frutto dell’inventiva dell’architetto Andrea Palladio e degli artisti Paolo Veronese e Alessandro Vittoria.

Forse, tra le ville palladiane, Villa Barbaro è la meno palladiana tra le tutte. Andrea Palladio s’è dovuto spesso confrontare con il committente, espero di architettura e colui che ha tradotto il trattato De architectura di Vitruvio: Daniele Barbaro.

Il risultato finale s’avvicina più al gusto romano che non veneziano: da parte dei committenti c’è il desiderio di ricreare una villa classica grazie alle moderne interpretazioni dell’antico nella Roma del Cinquecento.

Lo si può vedere sia dal piccolo giardino segreto sul retro della villa e il tempietto a pianta circolare che ricorda tanto il Pantheon.

L’interno di Villa Barbaro è decorato con un ciclo pittorico di Paolo Veronese, aiutato dal fratello Benedetto e da alcuni aiutanti della bottega.

La villa risulta essere unica soprattutto per l’aspetto decorativo. Il Veronese ha dipinto molti quadri e pochissimi affreschi, molti dei quali sono andati perduti: ecco perché una tappa a Villa Barbaro è d’obbligo!

Gli affreschi mescolano finzione e realtà e spesso non si sa dove finisce uno e inizia l’altro.

Il critico d’arte Bernard Berenson racconta “Gli affreschi di Maser furono presi a modello da tutti gli altri decoratori, fino al Tiepolo e ai suoi seguaci e furono fedelmente imitati dal concittadino di Paolo, lo Zelotti”.

Perché visitare le ville venete

Villa Veneta
Affreschi La Rotonda

Le ville venete sono tante e molte delle quali non sono aperte al pubblico o semplicemente abbandonate a sé stesse.

Sono tutte private e allo stato attuale, gestite autonomamente dagli attuali proprietari: quello che manca è una visione comune che permetta il visitatore di accedere alle ville in maniera semplificata.

Ogni villa è un mondo a sé; in tutti i sensi.

Ma allora, perché visitare le ville venete?

Ognuna di esse racconta un pezzo di storia veneta; ogni villa è lo specchio dei committenti, molti dei quali hanno fatto la storia e l’economia della Serenissima.

Ci hanno lavorato i più grandi artisti dell’epoca del calibro dei Tiepolo, Paolo Veronese e Andrea Palladio.

A volte, il giardino sorprende più dell’edificio stesso (o viceversa) e rimani stordito dalla bellezza dell’arte e dell’architettura degli edifici ma anche dall’esplosione di piante, fiori, laghi artificiali e labirinti che abbracciano la villa stessa.

Articolo a cura di Katia Divina

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